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AFRICA 24/1/2006
"La decisione che avete preso è un onore per me, per il mio paese e per la popolazione congolese. Non risparmierò i miei sforzi per soddisfare le vostre aspettative”: sarebbero queste le prime parole pronunciate da Denis Sassou Nguesso, capo di Stato della Repubblica del Congo, designato oggi nuovo presidente di turno dell’Unione Africana (Ua). Secondo le informazioni per il momento disponibili in rete, nel suo discorso a porte chiuse di fronte all’assemblea plenaria dell’organismo panafricano Nguesso ha promesso di “impegnare il Continente nella risoluta conquista della pace. Sembra evidente – ha aggiunto - che l’enfasi dovrà essere posta sulla prevenzione dei conflitti”. Nato nel 1943 in una famiglia di contadini a Edou, un villaggio 400 chilometri a nord della capitale Brazzaville, Nguesso, di etnia Mboshi, intraprese la carriera militare frequentando dal ’61 al ’63 la scuola ufficiali di Cherchell, in Algeria, e l’accademia di fanteria a Saint-Maixent, in Francia. Integrò la sua formazione con il paracadutismo e nei cinque anni successivi prese parte alle sollevazioni che deposero il presidente Fulbert Youlou (’63) e portarono al potere il maggiore Marien Ngouabi (’68). Nel dicembre 1969 fondò il ‘Partito congolese del lavoro’ (Pct), di ispirazione marxista; nel 1975 fu designato ministro della Difesa. Dopo l’assassinio di Ngouabi, nel ’77, condusse un golpe contro il presidente Jacques Joachim Yhomby Opango, insediandosi nel ’79 come suo successore. Nel 1986 Nguesso fu nominato presidente dell’Organizzazione dell’Unione Africana (Oua, oggi Ua) e guidò la battaglia dell’organismo panafricano contro l’apartheid in Sudafrica; nel 1988 fu promotore del ‘Protocollo di Brazzaville’ con cui si arrivò al ritiro delle truppe cubane dall’Angola. Nel 1990, anno in cui la sorella Edith divenne la seconda moglie del presidente gabonese Omar Bongo - tutt’oggi in carica - su pressione dei sindacati congolesi accettò di aprire al multipartitismo, per poi perdere contro Pascal Lissouba le prime elezioni presidenziali pluralistiche della storia del suo paese nel 1992. La sconfitta lo spinse ad abbandonare temporaneamente la vita politica e a ritirarsi in Francia, mentre violenti conflitti interni insanguinavano il suo paese. Rientrato in Congo nel 1997, dopo cinque mesi di guerra civile, col sostegno dell’Angola rovesciò Lissouba e diede vita a un nuovo governo di unità nazionale. Seguì un nuovo conflitto, scoppiato alla fine del 1998 e durato un anno, ma Nguesso rimase al potere per poi essere confermato presidente alle elezioni del marzo 2002, vinte con l’89% dei voti. Tra gli altri incarichi, negli ultimi tre anni è stato anche presidente della Comunità economica dell’Africa centrale (Cemac).
[FB]
Fonte Misna
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